«È in atto un’amputazione del nostro sito industriale che potrebbe produrre una situazione di grave pericolo per gli utenti della strada e per i dipendenti Renner Italia. Sono trascorsi pochi mesi dal drammatico incidente dello scorso 6 agosto a Borgo Panigale, che comportò l’esplosione di un’autocisterna provocando morte e distruzione. Eppure quel tragico episodio pare non abbia insegnato alcunché».
Non usa mezzi termini il direttore generale di Renner Italia, Lindo Aldrovandi, per commentare l’espropriazione del parcheggio in via Ronchi Inferiore 7 a Minerbio (Bologna): «Un esproprio penalizzante che condiziona negativamente le nostre capacità di sviluppo e che ci colloca in una posizione di irregolarità rispetto alle leggi».
In quell’area, finora destinata al parcheggio dei dipendenti, l’amministrazione comunale di Minerbio costruirà l’ennesima rotonda. «Non discutiamo l’utilità pubblica dell’opera, sulla quale ci sarebbe anche da dire – accusa il dg di Renner, Lindo Aldrovandi -, ma la progettazione sbagliata, irrazionale e lesiva dei nostri diritti». L’azienda ha già dato mandato allo studio legale Graziosi per la tutela dei propri diritti.
Sono almeno tre le questioni che fanno gridare allo scandalo.
- La più eclatante riguarda l’incolumità delle persone. La rotonda andrà a collocarsi a pochissimi metri dall’ingresso dei mezzi pesanti che trasportano materie prime infiammabili. I cancelli Renner Italia diventeranno sostanzialmente un corridoio di uscita della rotatoria.
- La seconda argomentazione mette a nudo i dubbi sull’azione amministrativa. Sul trivio insistono anche le proprietà di un privato cittadino e di un’altra azienda; eppure il Comune in sostanza espropria solo la superficie di pertinenza Renner Italia…
- La terza questione ha il sapore della beffa. Renner Italia attualmente conta 320 dipendenti e, nel corso del 2019, raggiungerà quota 340. L’amputazione di un parcheggio con capacità di 61 posti auto fa sì che Renner Italia finisca fuori legge. Le aziende, infatti, sono tenute a predisporre un numero di posti auto proporzionale a quello della forza lavoro. L’amministrazione comunale ha del tutto ignorato il principio di compensazione. Gli operai dunque saranno costretti a lasciare le auto ai bordi della carreggiata o in una zona di sosta angusta, lontana e male illuminata.
«Senza contare che questo progetto crea di fatto un nuovo ingresso allo stabilimento dove produciamo vernici a solvente. Ci hanno imposto un accesso illegittimo – dice ancora il direttore generale -. Hanno deciso di ledere i diritti dei lavoratori Renner Italia, lasciando inalterate altre due proprietà che, basta osservare le mappe, avrebbero potuto essere coinvolte nel progetto. Domandiamo: come mai? Il sindaco Minganti sa dare una risposta a questa domanda? Tra l’altro, man mano che divampava la polemica sulla Tari, l’ufficio Urbanistica presentava progetti che progressivamente erodevano sempre più la nostra superficie. È una casualità? Dove vuole arrivare questa amministrazione?».
Si apre dunque un nuovo fronte nella dura battaglia che Renner Italia sta conducendo da ottobre 2018 per difendersi dall’amministrazione guidata dal sindaco Lorenzo Minganti. L’azienda, assistita dagli avvocati Campailla e Sgattoni, ha recentemente trascinato in tribunale sia il Comune di Minerbio che Lorenzo Minganti in persona, contestando un danno di immagine pari a 1,2 milioni di euro, peraltro con contestuale impegno a devolvere in beneficenza le somme ottenute all’esito del giudizio. «Ci vogliono far passare per evasori quando noi abbiamo sempre regolarmente pagato quanto calcolato dal Comune stesso, ovvero circa 18.000 euro all’anno per un servizio mai erogato. Non consentiamo a nessuno di infangare il buon nome della nostra società», ha asserito in più occasioni Aldrovandi.
Infatti, rappresentata dall’avvocato Califano, Renner Italia ha portato di fronte al giudice anche l’ufficio tributi Terre di Pianura che, per conto del Comune di Minerbio e tramite un gestore della funzione di accertamento dei tributi (la onlus bresciana Fraternità Sistemi), il 27 agosto scorso aveva invitato l’azienda ad aderire ad una proposta di definizione per le annualità 2012/2017 pari a 1.158.812 euro.