Giganti dal passato simili a rettili al Parco del Pollino con il Pino Loricato
“Storie sotto un albero” continua il suo viaggio, anche oggi restiamo in Italia e visitiamo il Parco del Pollino dove fra l’altro è possibile ammirare il possente Pino Loricato.
Il Pino Loricato è una specie unica come caratteristiche evolutive, un albero da molti, come nel nostro titolo, definito un fossile vivente.
In Italia ne troviamo degli esemplari esclusivamente al Parco del Pollino, di cui peraltro il pino Loricato è il simbolo, ripreso dalla penna del disegnatore che creò il logo. Qui sono attualmente presenti circa 200 piante e diversi giovani alberi.
Due righe di storia
In epoca remota si ritiene fosse diffuso nei Balcani, ma a seguito dell’ultima glaciazione e il conseguente abbassamento del livello del mare, la specie si estese lungo le coste Italiche del Mar Adriatico raggiungendo prima la Puglia e gradualmente il resto del Meridione. Ritirandosi i ghiacciai, la specie sopravvisse lungo le cime rocciose, ma la rapida diffusione del faggio contribuì a localizzarne gli esemplari in Basilicata e Calabria. Le sue origini tanto remote ci portano a considerare gli esemplari attuali come fossili viventi, vale a dire superstiti di una specie che in un passato assai lontano deve aver avuto un’ampia diffusione. Il pino loricato presenta del resto capacità adattive molto sviluppate, è fra le poche specie in grado di vivere dagli 800 ai 2.200 mt di altitudine, superando sull’Appennino la linea della Faggeta.
Il Pino Loricato oggi
Gli esemplari presenti nel parco del Pollino appaiono a chi li guardi, aggrappati alle rocce, esposti ai rigori dell’inverno, ai venti e alle intemperie che ne disegnano i contorni in modo unico; quasi come fossero braccia in movimento rivolte al cielo, figure leggendarie dalle movenze tormentate, regalano scenari che invogliano il visitatore a interpretare con la propria creatività.
Possenti nelle dimensioni, raggiungono in alcuni casi anche i 40 metri di altezza, con un diametro del tronco di circa 160 cm. Caratterizzati da una corteccia ruvida dalla trama del tutto peculiare è ad essa che si deve parte del nome della pianta; “loricato” infatti deriva dalla “lorica” ovvero dalla corazza indossata dagli antichi guerrieri romani.
In molti paragonano l’aspetto della corteccia del pino loricato anche alla pelle dei rettili, tanto che i rami più sottili sono talvolta paragonati a lunghe zampe. I poligoni che ricoprono il tronco in modo tanto peculiare scompaiono tuttavia negli esemplari più anziani. Le piante più vetuste infatti presentano un tronco perfettamente liscio, contraddistinte dal colore incredibilmente bianco del legno. Essenza assai ricca di resina, proprio l’ingente produzione di questa sostanza contribuisce in modo determinate alla sua conservazione.
A proposito del nome
Ma parlando del nome del pino loricato forse non tutti sanno che ne possiede ben due, poiché fu scoperto e classificato in due diverse circostanze. Il primo a descriverla e nominarla “Pinus heldreichii,” fu nel 1863 un botanico svizzero, lo studioso Konrad Hermann Chris; ma appena un anno più tardi il botanico Franz Antoine individuò la pianta nella zona centro-occidentale dei balcani e non essendo a conoscenza della recente pubblicazione classificò la specie come “Pinus leucodermis”.
Quanto agli studiosi nostrani solo molti anni nei primi anni del 1900 avvistarono e nominarono la pianta che non riconobbero nelle descrizioni già fornite quarant’anni prima. Utilizzato a lungo da contadini e pastori il suo legno chiaro e particolarmente resistente veniva impiegato per la realizzazione di mobili, in particolare per i bauli destinati alle lunghe traversate in nave.
Quando andrete a visitare il Parco del Pollino merita tutta la vostra attenzione la visita al giardino degli Dei dove oltre ad una vista e un paesaggio splendidi potrete ammirare alcuni esemplari di questi splendidi alberi.