Il cardinale Zuppi in Renner: sapevo che era una scelta bellissima

20 Giugno 2025

Il cardinale Matteo Maria Zuppi ha voluto vederla con i propri occhi. Non per diffidenza, certo. «Non che non mi fidassi», ha scherzato entrando nella Casa del welfare abitativo Renner, «ma sapevo che era una scelta bellissima, e sentivo il bisogno di toccarla con mano».

Con il suo sguardo attento e una parola sempre pronta a sollevare, il presidente della Conferenza episcopale italiana ha colto nel progetto di Renner Italia una fiamma che accende prospettive. «Tira fuori il meglio da ciascuno», ha detto. «La casa è un problema che ci riguarda tutti, in tanti modi. E per chi arriva da lontano, è spesso un problema ancora più urgente. A volte è proprio l’assenza di una casa. Altre volte è sofferenza pura».

Ad ascoltare il suo intervento, ieri, c’erano le lavoratrici e i lavoratori di Renner Italia. Con loro, Zuppi condivide da mesi l’intima convinzione che qui si stia costruendo qualcosa di giusto: una casa, un lavoro, una strada per chi – da ex minore non accompagnato – cerca un nuovo inizio. È una scelta dove, come ripete il cardinale, «vincono tutti».

Vincono le aziende, oggi in affanno nel trovare manodopera, come sottolineano i dati di Confindustria. E vince chi, lasciandosi alle spalle guerre o povertà, trova nel lavoro d’operaio – spesso rifiutato dagli italiani – una via d’accesso alla dignità. All’integrazione vera.

A fare gli onori di casa c’era l’amministratore delegato Lindo Aldrovandi. Con parole semplici ma dense, ha ricordato al cardinale un passaggio scritto dallo stesso sul Sole 24 Ore nella domenica di Pasqua: «Desidero raccontare un segno di speranza, concreto, possibile, perché offra a tutti il diritto di costruire un futuro migliore, compresi i tanti esuli, profughi e rifugiati. A nessuno venga mai a mancare la speranza di una vita migliore».

Aldrovandi ha annuito: «Noi abbiamo sempre interpretato il lavoro come speranza. Le sue parole ci spronano ad andare avanti». Poi ha consegnato le chiavi al terzo inquilino di Casa Renner. Si chiama Amadou, intervistato a febbraio da Le Iene di Italia 1 a volto coperto poiché ancora minorenne. Ieri aveva gli occhi lucidi: dal 24 giugno sarà assunto.

Anche Carlo Caleffi, direttore dei salesiani di Castel De Britti – partner fondamentale nella realizzazione del progetto –, ha voluto esprimere gratitudine: «Niente era scontato. Ma l’accoglienza dei dipendenti Renner ha superato ogni aspettativa. Abbiamo scelto un inserimento graduale, e i risultati si vedono: nascono amicizie, relazioni vere. E questo è il primo segno d’integrazione».

In rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, assente il presidente, ha portato il suo saluto Luca Rizzo Nervo, delegato per immigrazione e cooperazione internazionale.

Ha portato i saluti del vicino Comune di Bentivoglio l’assessore alle Politiche giovanili, Rosario Renna.