In Giappone, la tintura naturale dei tessuti ha una storia antica. Sachio Yoshioka continua questa tradizione
In Giappone, la tintura dei tessuti è considerata una scienza fortemente dipendente dalla percezione visiva del colore. E se mai esistesse un titolo di “mestro del colore”, questo spetterebbe a Sachio Yoshioka.
Artigiano della tintura tradizionale giapponese di quinta generazione, Sachio Yoshioka ha trascorso la sua infanzia osservando il lavoro del padre e del nonno. E se in un primo momento la sua passione per il giornalismo lo ha portato a studiare letteratura, crescendo ha capito che la sua vocazione era la tintura. Inizia così il suo straordinario viaggio nella tradizione e nella bellezza.
Il ritorno ai coloranti organici
Quando l’attività di famiglia passa nelle sue mani, Sachio Yoshioka decide di tornare alla tintura organica tradizionale, tecnica decisamente poco adatta alle richieste e soprattutto ai tempi della società moderna.
Il metodo giapponese richiede infatti acqua pulita, spazio e i corretti ingredienti naturali. Tutto è subordinato a un lungo processo che prevede l’estrazione di pigmenti da materiali naturali, altrettanto lungo è il tempo necessario alla richiesta dei giusti ingredienti. Ma in una società in cui la risposta deve essere immediata, questo metodo dovrebbe essere trascurato a favore di alternative più economiche e rapide.
Non per Sachio Yoshioka che ha creduto nella necessità di portare avanti questa tecnica, non perché un nostalgico della tradizione, ma perché fermamente convinto che l’uso di pitture e pigmenti naturali sia in grado di ricreare colori dall’inarrivabile bellezza, bellezza che quest’artigiano si impegna a diffondere con il suo lavoro.
Lo studio del colore
Nel corso della sua vita, Sachio Yoshioka non ha mai smesso di studiare e di cercare nuovi ingredienti naturali per le sue tinture. Quella che Yoshioka porta avanti è anche una ricerca storiografica.
L’arte della tintura dei tessuti ha avuto importanza fondamentale nella storia del Giappone, sono diversi i documenti in cui si parla delle complesse tecniche di lavorazione. Non mancano inoltre riferimenti a metodi di tintura e nuovi ingredienti importati dall’estero. Solo attraverso la ricerca Yoshioka ha potuto quindi apprendere preziose informazioni riguardo le tecniche e i trucchi per estrarre le tinture.
Lo stesso colore ha subito forti cambiamenti nel corso dei secoli. Se fino al 1200 circa i colori degli abiti erano luminosi e colorati, intorno al 1600 iniziano a diffondersi miscele i grigi e marroni che spostano lo spettro dei colori indossati verso toni molto lontani dall’antico splendore. Dunque la varietà di colori oggi conosciuta non è lontanamente paragonabile alla complessità delle antiche tonalità.
Il colore legato alle stagioni
Grazie ai suoi studi, Sachio Yoshioka ha inoltre appreso che fin dall’antichità, i colori avevano nomi ben specifici. Non era raro che alle varie tonalità fossero associati nomi di fiori, come ad esempio kakitsubata (iris), sakura (fiore di ciliegio) e kikyou (campanula). Questi colori non venivano ricavati però dalla pianta di cui portavano il nome, spesso il termine veniva usato per indicare una stagione.
Così come cambiano le stagioni, i giapponesi amavano variare anche il colore indossato.
In difesa della cultura giapponese
Il laboratorio di Sachio Yoshioka è diventato uno dei più prestigiosi di tutto il Giappone, tanto che la tv pubblica giapponese ha realizzato una serie di documentari sulla sua attività.
http://https://www.youtube.com/watch?v=7OiG-WjbCQA&feature=youtu.be
Ma c’è molto altro lavoro da fare. Insieme a sua figlia Sarasa, artigiana della tintura tradizionale di sesta generazione, il maestro Yoshioka continua la sua ricerca dei colori vivaci che hanno caratterizzato la storia e la cultura giapponese per secoli, portando avanti la millenaria tradizione della tintura organica.