Ne aveva dato notizia la stampa già alla fine dello scorso anno. Ora si parte. A luglio 2024 Renner Italia lancia la settimana corta. Il programma sperimentale si svilupperà nell’arco di due anni con una graduale riduzione delle ore lavorative fino a raggiungere 36,5 ore settimanali. Ovviamente a parità di condizioni salariali e senza intaccare il monte ferie.
Il piano di sperimentazione: fasi e dettagli
Il piano di sperimentazione si articolerà in quattro fasi distinte:
- Luglio – dicembre 2024: un venerdì al mese sarà soggetto a riduzione oraria.
- Gennaio – giugno 2025: due venerdì al mese vedranno una riduzione dell’orario di lavoro.
- Luglio – dicembre 2025: tre venerdì al mese saranno ridotti in termini di orario lavorativo.
- Gennaio – giugno 2026: tutti i venerdì avranno un orario ridotto.
Settimana corta: una visione supportata dai dati
L’introduzione della settimana corta è supportata da numerosi studi che evidenziano i benefici di una riduzione delle ore lavorative sia per i lavoratori che per le aziende. Secondo
un report della Henley Business School, il 64% delle aziende che hanno adottato la settimana lavorativa di quattro giorni ha registrato un incremento della produttività. Inoltre, l’85% delle aziende ha riscontrato un miglioramento del benessere dei dipendenti.
Un altro studio condotto in Islanda, dove è stata sperimentata la settimana lavorativa ridotta per oltre 2.500 dipendenti pubblici, ha mostrato che il benessere dei lavoratori è significativamente aumentato, con una riduzione dello stress e un miglioramento dell’equilibrio tra vita professionale e personale.
Un’indagine condotta da Microsoft in Giappone, durante un esperimento di settimana lavorativa di quattro giorni, ha rilevato un aumento della produttività del 40%.
Inoltre,
una ricerca condotta da Gallup ha mostrato che i dipendenti che lavorano meno ore settimanalmente hanno il doppio delle probabilità di essere coinvolti attivamente nelle loro mansioni rispetto a quelli con settimane lavorative tradizionali. Questi dati dimostrano come la settimana corta possa favorire non solo il benessere dei lavoratori, ma anche la crescita e la sostenibilità aziendale.
Impatti positivi sulla salute e sulla vita personale
Ridurre l’orario di lavoro ha dimostrato di avere effetti positivi sulla salute dei dipendenti.
Uno studio pubblicato dal Journal of Occupational Health Psychology ha rilevato che una settimana lavorativa più breve può ridurre i livelli di burnout e migliorare la soddisfazione lavorativa. Inoltre, avere più tempo libero permette ai dipendenti di dedicarsi maggiormente alla famiglia, agli hobby e ad altre attività personali, contribuendo a una vita più equilibrata e soddisfacente.
La settimana corta, il dibattito italiano e la nostra vision
Negli ultimi mesi il dibattito sulla settimana lavorativa corta ha guadagnato slancio anche in Italia. Sostenitori e critici si confrontano su vari aspetti.
Da un lato, chi evidenzia i benefici per la salute dei lavoratori, la riduzione dello stress e l’aumento della produttività.
Dall’altro, chi esprime preoccupazione riguardo ai costi di implementazione e alla possibilità di una diminuzione della competitività.
Fedele alla propria vision, che intende il lavoro come «funzionale alla costruzione di sistemi di solidarietà, di eco-sostenibilità e di felicità diffusa», Renner Italia è certa di dimostrare che un equilibrio è possibile.
Un passo verso il futuro del lavoro
Da sempre all’avanguardia in materia di politiche del lavoro e di welfare, Renner Italia crede che l’introduzione della settimana corta rappresenti un passo significativo verso un futuro del lavoro più sostenibile ed efficiente. Miriamo non solo a migliorare la qualità della vita di tutti, ma anche a dimostrare che è possibile mantenere i massimi standard di produttività aziendale.