IL RUOLO DELLE BIOPLASTICHE NELLA LOTTA ALL’INQUINAMENTO

31 Luglio 2018

Ogni anno accumuliamo 8 milioni di tonnellate di plastica, che spesso finiscono negli oceani. Trovare una soluzione è possibile e necessario

Viviamo in un mondo di plastica. Oltre 8 milioni di tonnellate di plastica vengono riversati in mare ogni anno. Ci troviamo di fronte a una vera e propria crisi planetaria, le conseguenze di questo colossale inquinamento da plastica sono state per troppo tempo minimizzate o addirittura ignorate. Ma forse non è troppo tardi per correre ai ripari.

In nostro soccorso aiutano le bioplastiche. Realizzate con materie prime rinnovabili, le bioplastiche riducono la dipendenza dalle risorse fossili, riducendo allo stesso tempo le emissioni di  durante l’intero ciclo di vita dei prodotti. Aumentano inoltre le opzioni di fine vita dei prodotti realizzati con bioplastiche, attraverso lo smaltimento e il riciclaggio. Questo tipo di plastica consente quindi di ridurre il numero dei rifiuti e quindi il carico sugli impianti di trattamento.

 

Cosa sono le bioplastiche?

 

bioplastiche

 

Cerchiamo di definire più nel dettaglio cosa sono le bioplastiche. Con il termine bioplastiche si intende l’insieme delle plastiche di origine rinnovabile e quelle biodegradabili e compostabili. Il prefisso “bio” indica quindi aggregati di materiali spesso molto diversi tra loro.

Bio può indicare l’origine rinnovabile delle materie prime. In questo caso per bioplastica si intende un materiale ottenuto a partire da materie prime rinnovabili, e cioè da materie prime di origine vegetale invece che dagli scarti della lavorazione del petrolio.

Bio può indicare la capacità di biodegradare della plastica. In questo caso la bioplastica è impegnata per la produzione di manufatti compostabili, il termine bio definisce una proprietà importante del prodotto che a fine vita si trasforma per via fermentativa.

Le bioplastiche trovano utilizzo anche in campo medico. In questo caso il prefisso “bio” identifica una plastica idonea a venire in contatto con fluidi e tessuti del corpo umano senza procurare danni o rigetto. In questo caso dunque non si considera l’origine delle materie prime e la capacità di biodegradare non è doverosa.

 

I vantaggi dell’utilizzo della bioplastica

 

bioplastiche

 

Il principale vantaggio delle bioplastiche è che hanno un minor impatto ambientale rispetto alla plastica tradizionale.

L’uso di bioplastica permette:

  • una riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra
  • una riduzione dell’utilizzo di risorse fossili
  • la possibilità di utilizzare risorse locali

Fino ad ora, lo sviluppo economico dei Paesi industrializzati si è basato principalmente sullo sfruttamento intensivo di fonti non rinnovabili. È quindi anche a fronte di una diminuzione delle risorse fossili e dell’aumento dei costi di estrazione che le bioplastiche rappresentano un’evoluzione necessaria.
Le bioplastiche possono dare vita a nuove sinergie tra la filiera agricola, quella chimica e la plasturgia, offrendo così a diversi settori l’opportunità di gestire in maniera sostenibile le nostre risorse.

La biodegradabilità offre inoltre un’ulteriore opzione per lo smaltimento dei prodotti, permettendo di diminuire il volume dei rifiuti.

 

L’impegno dell’Unione Europea per la lotta all’inquinamento da plastica

 

bioplastiche

 

Della necessità di promuovere una strategia verso un packaging sostenibile è consapevole anche l’Europa. La Commissione Junker si è infatti data l’obiettivo di arrivare al 100% di plastica riciclata per gli imballaggi entro il 2030.

Il provvedimento relativo ai sacchetti bio per la frutta e la verdura, che ha scatenato un polverone mediatico, è solo la prima di una serie di misure che puntano a sensibilizzare il consumatore sull’importanza del riuso.

La strategia studiata dalla Commissione Ue non porterà benefici solo all’ambiente. L’idea è quella di far diventare quello che oggi viene visto come un problema, un’opportunità per le imprese.

Negli ultimi 50 anni, la sola Europa ha prodotto più di 8 miliardi di tonnellate di plastica. Il costo annuo dello smaltimento della plastica si aggira intorno agli 80 miliardi di euro, il costo relativo all’inquinamento prodotto da inceneritori, impianti di smaltimento e trasporto dei rifiuti è invece incalcolabile.

Per portare benefici all’ambiente e all’economia, l’Europa ha intenzione di investire 100 milioni di euro per finanziare le imprese che vogliono convertire la propria produzione in ottica green. Le aziende che potranno godere delle agevolazioni non sono solo quelle che riciclano, ma anche quelle che producono, questo allo scopo di limitare la produzione di imballaggi in plastica.

Se il piano delle Commissione Europea avrà successo, non solo assisteremo a un netto calo della produzione di imballaggi in plastica, saranno creati circa 200 mila nuovi posti di lavoro.